giovedì 16 aprile 2020

Nel suo Nome

Giovanni 21,1-14
Atti 4,1-12
Venerdì nell’ottava di Pasqua









Un mio ricordo del paese dei miei genitori riguarda una tradizione del tempo di Pasqua. Le persone andavano sulla riva del mare e si lavavano gli occhi dicendo:  « nel nome di Signore, il mattino della resurrezione, mi lavo gli occhi con devozione ». 

Tale rito di ripeteva il giorno dell’ascensione però usando una bacinella d’acqua con dei fiori.

Un elemento importante nel brano degli atti degli apostoli è la dichiarazione che tutto si compia nel “nome di Gesù Cristo”.
Lo stesso brano del Vangelo mette in luce come la pesca miracolosa si realizzi se le reti vengono gettate sulla parte destra, il lato del costato aperto di Cristo.
La liturgia esprime questa idea concludendo le preghiere con l’invocazione: “per Cristo nostro Signore”, oppure “per il nostro Signore Gesù Cristo ....“ , o ancora “Egli è Dio è vive e regna con te....”.
Tutta la preghiera, la vita del credente, si compie e si realizza nel nome di Gesù, unico Salvatore. 
Penso anche alla “preghiera del cuore” del pellegrino russo, tutta incentrata sul “nome di Gesù”

Oggi, durante la liturgia, inizierò a soffermarmi di più su queste espressioni, per rendermi conto che è Gesù il protagonista, non sono io  uomo il protagonista che celebra.

« Nel Nome di Gesù » non è un mandato giuridico di rappresentanza, per mezzo del quale si agisce su delega, in nome e per conto di un Gesù assente, ma è proprio Cristo che opera in prima persona in noi.


La franchezza di Pietro nell’annunciare l’unica salvezza si compie in Cristo, mi rimanda alla missione di Cristiano nel sacerdozio che il Signore mi ha donato.

L’unica salvezza è Gesù!! 
Questo imperativo non deve mai mancare in me. San Paolo VI diceva che non  avrebbe mai smesso di dire questo nome.
La Chiesa nella sua saggezza afferma come la salvezza di Cristo raggiunga, in modo provvidenziale e misterioso, gli uomini di ogni fede e cultura.
Ma al tempo stesso questo non può essere motivo per venire meno all’annuncio, all’opera di evangelizzazione. 
Papa Francesco mi ricorda che l’evangelizzazione non è proselitismo e, citando Papa Benedetto, ricorda che il cristianesimo cresce per attrazione.
Chiedo allora al Signore di poter agire sempre nel suo Nome e come disse il Papa ai giovani, essere un sacerdote con gli scarponcini, e non con le pantofole.

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