venerdì 24 aprile 2020

Regole del Discernimento. Prime due regole

Regole del discernimento




Sant’Ignazio di Loyola, durante la sua vita, ha redatto delle regole che sono dette di “discernimento”.

La prima cosa importante da tenere presente che non è un metodo per giustificare il male, o per vedere il bene in ogni cosa. In poche parole, con il discernimento non decido io cosa è male o bene, in modo del tutto autonomo.
Non è quindi discernimento mettersi a verificare se un omicidio, un furto, un adulterio ecc, sia o non sia una cosa giustificabile. 

Su questi aspetti della vita morale abbiamo visto quanto è importante l’esame della coscienza, sia quello particolare, sia quello generale. Su questo tema vi rimando all’articolo che ho già scritto.
Ciò che mi preme dire che la vita morale è oggettiva, cioè ciò che è male è male. Può essere diversa la responsabilità della persona e comunque la persona va sempre salvata, ma non si può fare discernimento su ciò che è male per capire se in una situazione sia invece un bene.

Il discernimento è un metodo che serve allora  per essere veramente liberi e che si sviluppa imparando a sentire i movimenti che ci sono nel cuore: rimorsi o piacere, incoraggiamento o senso di fatica.

Per poter fare discernimento occorre una vita di grazia, e comunque è un metodo che si propone a chi desidera seguire il Signore. I movimenti interiori sono ben percettibili proprio quando ci si decide per Dio e si inizia a seguire la strada del Vangelo.

L’obbiettivo del discernimento è quello di imparare a Sentire quello che si sente: si tratta con coscienza di vedere se un determinato sentimento che si prova in una situazione specifica della vita viene da Dio oppure no. Una volta compreso questo si è in grado di  decidere. Questo si chiama Libero arbitrio.

Ignazio di Loyola ha compreso che nel nostro cuore si animano degli “spiriti”, ciò delle mozioni, indirizzano la persona verso una determinata direzione ogni volta che si decide di seguire il Signore. Ci sono degli “spiriti” che vengono da Dio e degli “spiriti” che vengono dal maligno.

Vediamo ora due regole fondamentali del linguaggio base del “Discernimento degli Spiriti”. Le altre regole del discernimento le affronterò nei prossimi articoli.

Prima regola

Quando facciamo il male cosa fa il nemico e cosa fa invece Dio?

 Cioè quando una persona va di male in peggio, se una persona compie quello che gli capita, quello che “vuole”, quando la sua regola e “va dove ti porta l’istinto”, come si comportano gli “spiriti”?

PRIMA REGOLA
Quando va di male in peggio, il messaggero cattivo di solito ti propone piaceri apparenti facendoti immaginare piaceri e godimenti, perché tu persista e cresca nella tua schiavitù. Invece il messaggero buono adotta il metodo opposto: ti punge e rimorde la coscienza, per farti comprendere il tuo errore (ES, n. 314).


L’angelo cattivo ti propone piaceri apparenti:  si tratta di solito di piaceri connessi alla soddisfazione dell’istinto. 
Il piacere non è un male, questo va precisato. Il Signore ci ha donato il piacere.
All’istinto è connesso il piacere, ma l’uomo non è solo istinto.

L’inganno è che L’uomo confonde il piacere con la felicità.  
Non confondere piacere e felicità. Il piacere è soddisfazione dei propri bisogni - oltre quelli del corpo, ci sono anche quelli della mente e del cuore! - , prescindendo dalla relazione con l'altro. La felicità è la soddisfazione che viene da una relazione: è apertura, amore verso l'altro. Nessun piacere appaga l’uomo, perché è fatto per amare. 



Si tratta di tenere  presente che  è faticoso essere uomo: hai dei doveri, dei compiti, devi stare in relazione. La cultura, se ci pensiamo nasce da ciò che è sottratto a un piacere istintivo.
Se avessimo seguito gli istinti sin dalle origini, oggi saremmo ancora a giocare sugli alberi.
L’essere umano è invece all ricerca della felicità. Certo, anche la felicità è piacere, ma è diversa, perché non è solo apparente.
Mentre il solo piacere, sconnesso dalla felicità, cioè da un orizzonte lungo, che implica anche il sacrificio, sembra darti una grande felicità immediata, la vera felicità virtuosa ha tutt’altro orizzonte
L’apparire, essere stimanti, essere al meglio è ad esempio un piacere che non soddisfa, come una vita affettiva slegata dalla relazione stabile, l’affermazione di sé. Sono tutte cose che sul momento piacciono, ma poi sono voraci: c’è bisogno sempre di più, fino alla dipendenza o addirittura alla schiavitù

Ribadisco che il piacere non in assoluto male, ma se non è connesso a una virtù allora non è vera felicità. 

Per capire se ciò che ti attira è bello o brutto, dolce o amaro, bene o male, canto delle Sirene o di Orfeo, vedi sempre "il dopo", anche dall'esperienza altrui, oltre che dalla tua: se dà gioia anche dopo, è da Dio, se dà rimorso, è dal nemico.
Il bene lo paghi subito, ma meno di quello che pare; 
il male lo paghi dopo, e ben più di quanto supponi. Il bene lo paghi prima, ma poco, e ti appaga tanto; 
il male è offerto gratis, ma lo paghi dopo e tanto, e non ti appaga per niente.

Allora cosa fare? 

Intanto, se una cosa o una scelta piace, dobbiamo aprire le orecchie perché c’è subito un campanello che suona. E lo si nota dal fatto che non è piacere connesso a virtù, a una crescita.
Di fatto il piacere a se stante non porta soddisfazione: di solito c’è assuefazione, c’è ricerca di avere sempre di più, si diventa schiavi degli occhi altrui ad esempio.

Cosa fa Dio?
Ti da il rimorso, che non è il senso di colpa. Chi fa il male e non sente rimorso non è normale; una persona che spesso si giustifica va curata. 
Il Rimorso che proviene da Dio ti fa cambiare ti morde.

Distingui bene tra colpa e rimorso.
I sensi di colpa che hai, perché non sei quello che vorresti o dovresti essere, sono bloccanti e mortiferi. Tacitali, se puoi, o fatti aiutare, se necessario. Se non riesci a peccare, va’ dallo psicologo e curati; se hai peccato, va’ dal prete e riconciliati.

Il rimorso invece, che hai per il male fatto, ti distingue dall'animale. Non tacitarlo, ma ascoltalo. È stimolante e salutifero: è tristezza che viene da Dio e porta alla vita, a differenza della depressione che il nemico tenta di inocularti per rinchiuderti nel tuo bozzolo di morte (cf 2 Cor 7, 8-10)!
A questa regola, come poi a tutte le successive, applica la premessa: avverti e riconosci la voce del nemico, avverti e riconosci la voce di Dio, per accogliere questa e respingere quella.








Seconda Regola
Quando invece vuoi uscire dal male

Quando ti impegni per uscire dal male e cerchi il bene, è proprio del messaggero cattivo bloccarti con rimorsi, tristezze, impedimenti, turbamenti immotivati che paiono motivatissimi, perché tu non vada avanti. È proprio invece del messaggero buono darti coraggio, forza, consolazioni, lacrime,ispirazioni e pace, rendendoti facili le cose e togliendoti ogni impedimento,perché tu vada avanti (ES, n. 315).

Il maligno ti da rimorsi, tristezza, impedimenti immotivati purché tu non vada avanti

Il nemico, che prima ti faceva apparire bene il male per invogliarti, ora ti fa apparire male il bene, per distoglierti; e ti tenta con mille ragioni, false o vere: sensi di colpa e scrupoli presi per giusti rimorsi, tristezze e incertezze, turbamenti e angustie, sfiducie e scoraggiamenti, così il bene pare difficile, anzi impossibile! Avverti il male che hai fatto o subìto come impedimento insormontabile a cambiare. Dio, al contrario, che prima ti distoglieva dal male col rimorso, ora ti invoglia al bene con la sua consolazione: ti dà coraggio e gioia, forza e lucidità, pace e fiducia - tutto è possibile e facile! -.

Quando Israele uscì dall’Egitto iniziarono le tentazioni; quando Gesù ricevette il battesimo nel Giordano subito dopo iniziarono le tentazioni.
Se una persona non ha tentazione è perché di fatto sta facendo il male, non sta seguendo lo Spirito.
  • Sir 2,1 Figlio mio se ti appresti a servire il Signore sappi che dovrai subire tentazione
  • Giacomo 1,2 Considerate perfetta letizia quando subite ogni sorta di prova ... perchè le prove arricchiscono, fanno crescere.
leggi anche questi versetti di Paolo Rom 7,14 Gal 5,17

Anche l’oro viene purificato dell’oro, dice San Paolo, figuriamoci allora la fede che vale più dell’oro

Teniamo presente che tutta la vita di Gesù è stata tentazione, ed una persona che non ha queste tensioni vivacchia come può, è un Beato/Beota.

I rimorsi vengono dal nemico quando vuoi uscire dal male, ed i turbamenti che il nemico da sono ragionevoli, Infatti la cosa importante è non dialogare con il maligno, il quale cercherà di farti ricordare il tuo passato purché tu non vada avanti. 
Il maligno ti porterà a ragionare, dicendoti motivazioni valide, magari legate alle tue caratteristiche facendoti dire che “sei fatto così e non puoi cambiare”.
Susciterà in te la parola “ormai”, oppure “fanno tutti diversamente, tutti bevono, tutti litigano, tutti convivono”. 

Se Pietro avesse visto tutti i fallimenti non sarebbe andato avanti: invece ha addirittura dato la vita per il Signore

Sant’Ignazio quando ha iniziato al cammino ha pensato che non ce l’avrebbe mai fatta, e c’erano nel suo cuore delle motivazioni ragionevoli legati alla sua storia mondana

Il messaggero buono ti da invece la forza, il coraggio, gioia, perchè tu vada a vanti. La cosa fondamentale è avere fiducia nel Signore.
Si avvertirà una grande pace pensando al percorso che uno ha intrapreso. Questo coraggio viene dalla preghiera, dal vivere alla presenza del Signore con grande pace.



In noi c’è sempre un sentimento o l’altro, piacere o dispiacere, si tratta di imparare a conoscere cosa mi suggerisce questo sentimento.

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