mercoledì 25 marzo 2020

Le ferite dell’anima non hanno protesi

https://www.youtube.com/watch?v=jnFUP-5dn8U&feature=share




Il video che vi propongo è tratto dal film “Profumo di donna” con uno spettacolare Al Pacino. 
Può essere un buon commento al Vangelo di di Giovanni (Gv 5,31-47) che ci mostra Gesù che reagisce sotto accusa. Sembra un Gesù diverso da quello che osserviamo  silenzioso davanti a Pilato. 
A un primo sguardo Gesù sembra difendersi in realtà sta portando la luce nei cuori dei suoi accusatori. Certo, sappiamo che la luce è venuta nel mondo, ma il mondo ha preferito le tenebre.
Gesù prova a fare chiarezza.
Egli dice la verità per sbaragliare l’ipocrisia di una falsa fede che si ostina a pregare a occhi chiusi, senza mettersi di fronte a Dio è al prossimo.
Alla lunga questo atteggiamento stigmatizzato da Gesù porta alla durezza del proprio cuore e a ferire ed offendere le anime.



Al Pacino, nel film “Profumo di donna”, nei panni di un avvocato cieco che cerca di difendere uno studente accusato ingiustamente, afferma che “per le ferite dell’anima non ci sono protesi”.




E allora facciamo nostro l’invito di Gesù a gettare via le maschere. A togliersi i calzari, fermarsi davanti all’anima del fratello che ci di trova innanzi, perché è un luogo sacro.



Ma come fare?

Nessun apprendimento può aver realmente luogo senza che le certezze cristallizzate nella nostra mente siano abbattute, e spesso è necessario che queste periscano affinché nuove consapevolezze possano svilupparsi. Giorgio Bassani, nel Giardino dei Finzi Contini, lo esprimeva così:
Nella vita, se uno vuol capire, capire sul serio come stanno le cose di questo mondo, deve morire almeno una volta.”





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