Un uomo non è convertito nel momento in cui sceglie, bensì nell’ora in cui riceve la chiamata di Dio. E quando si sente tale chiamata, chi la riceve ha solo una cosa da fare: obbedire".
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Dicevo a me stesso: Gesù non è forse figlio del mio popolo? Non è lo spirito del nostro stesso spirito? D'un tratto e senza sapere perché posai la stilografica sul tavolo e, come in estasi, invocai il nome di Gesù». Sono frasi di Israel-Italo Zoller l'ex Rabbino Capo di Roma che alla fine della seconda guerra mondiale - e dopo la bufera antisemita del nazismo - decise di farsi cattolico, cambiando il suo cognome in Zolli.
Nessun motivo egoistico mi ha spinto. Quando io e mia moglie abbiamo abbracciato la Chiesa abbiamo perso tutto quello che avevamo al mondo. Ora dovremo cercarci un lavoro e Dio ci aiuterà a trovarne uno."
Quando al buon Rabbino è stato chiesto perché avesse abbandonato la Sinagoga per la Chiesa, egli ha dato una risposta con la quale ha mostrato di avere una profonda comprensione della sua posizione presente: "Ma io non l'ho abbandonata. Il Cristianesimo è il completamento della Sinagoga. Poiché la Sinagoga era la promessa e il Cristianesimo è il completamento di tale promessa. La Sinagoga era rivolta al Cristianesimo: il Cristianesimo presuppone la Sinagoga. Come vedi, uno non può esistere senza l'altro. Ciò a cui mi sono convertito è il Cristianesimo vivente."
"Quindi lei crede che il Messia sia venuto?" domandò l'intervistatore. "Si, certamente," replicò Zolli. "Lo credo da molti anni, ed ora sono così fermamente convinto della verità di ciò che posso affrontare il mondo intero e difendere la mia fede con la certezza e la solidità delle montagne.
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