martedì 7 aprile 2020

Tu vuoi la sincerità del cuore e nell’intimo mi insegni La Sapienza

La maggior parte degli errori che faccio nelle relazioni interpersonali, la maggior parte dei fallimenti cui sono andato incontro nella mia professione, si possono spiegare col fatto che, per qualche motivo di difesa, mi sono comportato in un modo, mentre in realtà sentivo in un modo del tutto diverso”. (Carl Rogers,La terapia Centrata sul Cliente 1951).

Vi presento il pensiero di uno dei più incisivi psicoterapeuti Carl Rogers. Il suo approccio terapeutico è basato soprattutto sulla “empatia “ , sulla “accettazione di incondizionata” e “assenza di giudizio”.
La declinazione di ogni sentire e di ogni emozione è assolutamente personale, possibilmente unica per ciascuno, il problema pertanto si crea nel momento in cui l’incontro con l’altro mi costringe a ridefinire il mio modo di vivere. Questo lavoro di andata e ritorno quasi incessante costituisce per la Stein l’origine del senso della relazione; il tragitto tra l’uno e l’altro polo della comunicazione decide la capacità di stare sensatamente nella realtà e di ricevere un accrescimento della conoscenza di sé, ma per differenza, e non per somiglianza. Fare esperienza dell’altro, rendersi conto della sua gioia, del suo dolore, costituisce atto indispensabile per qualificare il rapporto troppo spesso impersonale con ciò che incontriamo: l’empatia costituisce l’atto mediante il quale l’essere umano si costituisce attraverso l’esperienza dell’alterità

Empatia, secondo la Stein, non è però immedesimazione con l’altro. La filosofa respinge totalmente l’assimilazione dell’atto empatico con l’immedesimazione che considera, invece, come Unipatia. Nell’empatia non c’è un noi, ma due che si mantengono distinti soggettiva mente e anzi, si costituiscono soggettivamente nella relazione empatica. In questo frammento la Stein chiarisce il significato di empatia: Io incontro il dolore direttamente nel luogo in cui è al suo posto, presso l’altro, l’altra che lo prova, magari lo esprime nei tratti del volto o lo comunica in altri modi. Non mi abbandono in lei o in lui né proietto o trasferisco le mie qualità. Empatia è un’esperienza specifica, non una conoscenza più o meno probabile o congetturale del vissuto altrui.

 



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