“La maggior parte degli errori che faccio nelle relazioni interpersonali, la maggior parte dei fallimenti cui sono andato incontro nella mia professione, si possono spiegare col fatto che, per qualche motivo di difesa, mi sono comportato in un modo, mentre in realtà sentivo in un modo del tutto diverso”. (Carl Rogers,La terapia Centrata sul Cliente 1951).
Empatia, secondo la Stein, non è però immedesimazione con l’altro. La filosofa respinge totalmente l’assimilazione dell’atto empatico con l’immedesimazione che considera, invece, come Unipatia. Nell’empatia non c’è un noi, ma due che si mantengono distinti soggettiva mente e anzi, si costituiscono soggettivamente nella relazione empatica. In questo frammento la Stein chiarisce il significato di empatia: Io incontro il dolore direttamente nel luogo in cui è al suo posto, presso l’altro, l’altra che lo prova, magari lo esprime nei tratti del volto o lo comunica in altri modi. Non mi abbandono in lei o in lui né proietto o trasferisco le mie qualità. Empatia è un’esperienza specifica, non una conoscenza più o meno probabile o congetturale del vissuto altrui.
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